Risoluzione del preliminare di compravendita e risarcimento del danno
La Corte di Cassazione analizza la problematica sottesa alla domanda di risoluzione del contratto preliminare di compravendita per inadempimento del promittente venditore e di risarcimento del danno.

Una società a responsabilità limitata (s.r.l.) è al centro di una controversia giuridica che ha portato alla presentazione di un ricorso in Cassazione. Attraverso il secondo motivo di ricorso, si contesta l'errore commesso dal tribunale territoriale nel concedere la richiesta ordinaria di risoluzione per inadempienza da parte del venditore promettente ai sensi dell'articolo 1453 c.c. inoltre, oltre al rimborso delle somme pagate come acconto sul prezzo, inclusa la caparra confirmatoria, si è anche richiesto il risarcimento dei danni e il pagamento del doppio dell'importo della caparra confirmatoria stessa (oltre a quanto previsto per il rimborso).
Il motivo di ricorso è stato ritenuto fondato dal Collegio, sottolineando che non sarebbe stato possibile stabilire una condanna al pagamento del doppio della caparra, insieme al rimborso della somma versata, senza la dimostrazione di un effettivo pregiudizio subito, considerato l'esercizio della richiesta ordinaria di risoluzione del preliminare di vendita. Si enfatizza anche che la richiesta di "dichiarazione" della risoluzione presupporrebbe l'attivazione dell'opzione prevista dall'articolo 1385, comma 3, c.c., ovvero la volontà di ottenere una sentenza che dichiari la risoluzione giudiziale in base all'articolo 1453 c.c., con il conseguente risarcimento dei danni soggetto alla valutazione dell'autorità giudiziaria e condizionato alla prova del danno e del suo ammontare.
In conclusione, l'interpretazione del giudice di merito sulla natura dell'azione proposta è stata considerata corretta, in quanto la richiesta formulata come dichiarativa di risoluzione, con la richiesta aggiuntiva del doppio della caparra pagata e il risarcimento dei danni, è stata qualificata in modo adeguato. Questo considerando non solo il termine legale utilizzato nella presentazione dell'azione, volta a ottenere la cessazione del rapporto contrattuale, ma anche la richiesta connessa di risarcimento dei danni, che comporta una risoluzione giudiziale, impedendo quindi il riconoscimento del doppio della caparra in assenza di una prova di un danno specifico. (Cass. civ., sez. II, ord., 5 marzo 2024, n. 5854)