Sosta oltre il tempo consentito: ogni quanto la sanzione è reiterata?
La Cassazione è chiamata a decidere il caso in questione riguardante la sosta prolungata oltre il tempo consentito in un’area di parcheggio autorizzata. La questione riguarda l'interpretazione del concetto di "periodo" in base al quale può essere ripetuta la sanzione. Si discute se questo si riferisca alla durata della sosta autorizzata tramite il pagamento o il disco orario, oppure alla protrazione della sosta oltre la fascia di vigenza giornaliera stabilita per quel parcheggio specifico.

Il Comune contestava a Tizio quattro verbali per la violazione del Codice della strada, causata dalla sosta oltre il tempo consentito in una zona di parcheggio regolamentata dai tickets. Tizio presentava quattro ricorsi separati, riuniti dal Giudice di Pace, il quale ha respinto l'opposizione. Il Tribunale di appello confermava la decisione del primo giudice, sostenendo che la creazione dell'area di parcheggio controllata era legale, in quanto istituita prima che entrasse in vigore l'obbligo stabilito dall'articolo 7, comma 1, lettera f) del Codice della strada, che concedeva ai Comuni la possibilità di creare zone di parcheggio tramite l'ordinanza del Sindaco, previa delibera della Giunta comunale, norma non applicabile nel momento dei fatti. Tizio, quindi, presentava ricorso per cassazione, sostenendo che il giudice di appello non aveva ritenuto abrogata l'ordinanza sindacale del Comune in base all'articolo 4, comma 1, lettera a) del Codice della strada del 1959. Secondo Tizio, l'ordinanza sindacale precedente del 1987 doveva essere considerata abrogata, poiché il nuovo Codice disciplina l'intera materia. Inoltre, Tizio sostiene che la delibera della Giunta è un atto di indirizzo politico-amministrativo interno al Comune, mentre l'ordinanza del Sindaco è un atto amministrativo che impone ai cittadini un comportamento specifico, come l'obbligo di utilizzare il dispositivo di controllo di durata della sosta. La Corte di Cassazione ha respinto questo motivo, affermando che l'ordinanza del 1987 istituente dell'area di sosta regolamentata non è stata abrogata da norme successive, e che la successiva delibera di Giunta del 2006 ha specificato che la sosta in Piazza X era a pagamento per un totale di 17 posti. Con il secondo motivo, il ricorrente sostiene che, secondo la sentenza della Corte costituzionale n. 111/2018 e l'orientamento della Corte di Cassazione, l'articolo 7, comma 15, del Codice della strada dovrebbe essere applicato solo quando la sosta si prolunga oltre la fascia di vigenza giornaliera. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha respinto anche questo motivo, spiegando che il periodo di protrazione della violazione a cui si riferisce la sanzione non si riferisce al periodo autorizzato di sosta determinato dal pagamento o dal disco orario, ma alla protrazione della sosta oltre la fascia di vigenza giornaliera stabilita per la sosta. Quindi, la sanzione per la violazione del divieto di sosta permanente può essere ripetuta ogni ventiquattro ore, mentre quella relativa alla sosta limitata o regolamentata può essere applicata alla fine di ogni fascia oraria. In conclusione, la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso di Tizio. (Cass. civ, sez. II, ord., 15 febbraio 2024, n. 4187)