Assegno unico e universale: accesso e pagamenti per il 2024
L’attuale assetto dell’assegno unico universale viene confermato anche per il 2024 e la determinazione degli importi 2024 è subordinata alla composizione del nucleo familiare, al livello dell’ISEE del nucleo familiare e all’ufficializzazione dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo.
L'INPS, con il messaggio 15/2024, ricorda che a seguito delle innovazioni procedurali introdotte dal 2023, anche per il 2024 il diritto a ricevere l'assegno unico e universale non è subordinato alla presentazione di una nuova domanda. L'Istituto continuerà ad erogare la prestazione basandosi sui dati della domanda già presente nella procedura, a condizione che la stessa non si trovi in stato di decaduta, revocata, rinunciata o respinta.
Bisognerà porre attenzione alla necessità di presentare i dati ISEE aggiornati, in mancanza dei quali l'assegno sarà erogato nelle misure minime previste dalla norma; la nuova DSU avrà effetto a partire dalle erogazioni relative alla competenza di marzo 2024, a condizione che sia presentata entro il 30 giugno prossimo.
L'assegno unico universale è una prestazione economica destinata ai genitori, a prescindere dalla posizione dagli stessi occupata nel mondo del lavoro - posizione che può influire sulla misura ma non sul diritto alla prestazione stessa - il cui scopo è quello di favorire la natalità, sostenere la genitorialità e l'occupazione femminile. L'assegno spetta, in generale, per i figli minori; può essere riconosciuto anche ai figli maggiorenni entro il 21° anno di età a condizione che il figlio sia inserito in percorsi formativi o di studio, compreso il tirocinio curriculare o extracurriculare, oppure svolga un'attività lavorativa come apprendista o con un reddito inferiore a 8.000 euro annui, o sia registrato come disoccupato in cerca di lavoro presso i servizi per l'impiego o, ancora, sia impegnato nello svolgimento del servizio civile universale. Il figlio maggiorenne può presentare la domanda in sostituzione dei genitori e richiedere la corresponsione diretta della quota di assegno a lui spettante.
Per accedere alla prestazione, il richiedente deve essere cittadino UE o familiare di cittadino UE in possesso di un valido titolo di soggiorno, oppure cittadino non UE in possesso di permesso per soggiornanti di lungo periodo, o titolare di permesso di lavoro o per motivi di ricerca per un periodo superiore a sei mesi. È richiesto inoltre che il richiedente sia residente o domiciliato e soggetto al pagamento dell'imposta sul reddito in Italia, sia stato residente in Italia per almeno due anni anche non continuativi o, in alternativa, sia titolare di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato di durata almeno semestrale.
In generale, l'assegno spetta in parti uguali ad entrambi i genitori, ma può essere erogato per intero al richiedente, in mancanza di specifica richiesta, mediante opzione esercitabile all'interno della procedura di domanda. L'erogazione avviene nei confronti di unico soggetto, se titolare dell'affidamento esclusivo del minore o se il giudice in sede di separazione o divorzio stabilisce che un solo genitore debba fruire di contributi pubblici. La domanda è presentata all'INPS in via telematica, con accesso tramite SPID, CIE o CNS, anche da dispositivo mobile. La domanda deve contenere i dati di tutti i figli per i quali si richiede la prestazione e in caso di nuove nascite la domanda stessa può essere opportunamente aggiornata, così come in caso di altre variazioni rilevanti (ad esempio la sopraggiunta disabilità di un figlio, che dà diritto ad un assegno più alto).
L'assegno spetta a partire dal mese di marzo fino al mese di febbraio dell'anno successivo e può essere richiesto a partire dal settimo mese di gravidanza. Se presentata entro il 30 giugno, il richiedente percepirà anche gli arretrati calcolati dal mese di marzo precedente. Se la domanda è presentata dal 1° luglio, la prestazione decorre dal mese successivo.
L'assegno unico è compatibile con altre misure a favore dei figli erogate dalle regioni o dai comuni ed è esente da imposizione fiscale.