Inaugurazione dell’anno giudiziario: calano i tempi della giustizia amministrativa

La cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario 2024 e di presentazione della Relazione sull’attività della giustizia amministrativa, svolta dal Presidente del Consiglio di Stato, Luigi Maruotti, ha avuto luogo il 5 febbraio 2024, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, presso il Consiglio di Stato.

Inaugurazione dell’anno giudiziario: calano i tempi della giustizia amministrativa

Nella relazione per la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario 2024, il presidente del Consiglio di Stato ha voluto sottolineare gli importanti risultati ottenuti in riferimento all’obiettivo della riduzione dei tempi della giustizia amministrativa.

Presso il Consiglio di Stato la diminuzione nell’ultimo anno è pari al 20% (17.057 cause pendenti alla fine del 2022, a fronte delle 13.634 al 31 dicembre 2023). La riduzione dell’arretrato ha caratterizzato anche i TAR, presso i quali le pendenze sono diminuite dell’8,3%.

Gli organi della giustizia amministrativa «hanno così raggiunto anche l’obiettivo intermedio previsto dal P.N.R.R., basato sul cd ‘arretrato storico’, e cioè sull’abbattimento del numero dei ricorsi pendenti al 31 dicembre 2019. Infatti, nel 2023 il Consiglio di Stato ha ridotto le giacenze di tali risalenti ricorsi da 5.212 a 1.230 ed i Tribunali amministrativi regionali da 39.143 a 17.016. Nei processi in materia di appalti pubblici, dove sensibile è la contrazione dei tempi processuali, la durata media di un giudizio è stata di 107 giorni in primo grado e 148 giorni in appello, con una riduzione ulteriore rispetto all’anno precedente».

Alla cerimonia ha partecipato anche il Presidente del Consiglio Nazionale Forense Francesco Greco che ha posto l’attenzione sul temo dell’equo compenso: «non posso non segnalare, con allarme, un certo indirizzo formatosi in materia di tutela dell’equo compenso dei professionisti, laddove è stato ritenuto legittimo da parte di una P.A. l’affidamento di incarichi professionali a titolo gratuito in quanto – si legge nella motivazione - “la normativa sull'equo compenso sta a significare soltanto che, laddove il compenso sia previsto, lo stesso debba necessariamente essere equo, mentre non può ricavarsi dalla disposizione (l'ulteriore e assai diverso corollario) che lo stesso debba essere sempre previsto” (v. Consiglio di Stato, sez. V, n. 2084/2023)».

«L’intervenuta revisione organica della materia dell’equo compenso, ad opera della legge n. 49/2023 – prosegue Greco - non prevede eccezioni o regimi speciali per la pubblica amministrazione e rende pienamente operativo il diritto all’equo compenso, non solo di fronte ai “clienti forti” privati (banche, assicurazioni, e grandi imprese) ma anche di fronte alla pubblica amministrazione. Siamo convinti che la giurisdizione amministrativa potrà contribuire anche in questo campo, come in tutte le materie nelle quali conosce della validità dell’azione amministrativa, a rendere giustizia ai singoli e alle imprese, limitando il perpetuarsi di regimi speciali di favore che ancora vedono l’Amministrazione in una posizione di ingiustificata supremazia. Noi avvocati ci adopereremo in tal senso, essendo convinti che il confronto ed il costante dialogo costruttivo e collaborativo con la magistratura amministrativa contribuirà all’attuazione dei principi fondanti la nostra Carta costituzionale e la nostra democrazia».

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